Certificazione CE | Direttiva Macchine |

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Valutazione del Rischio: Guida esempi e metodi – UNI EN ISO 14121-2

22 Dicembre 2016 by Ing. Rigon Leave a Comment

La valutazione del rischio delle macchine, impianti o prodotti è la parte principale e fondamentale del lavoro di marcatura e certificazione CE. La base di partenza per capire come affrontare questa problematica e sviluppare una valutazione del rischio è la norma UNI EN ISO 14121-2 che è una guida pratica ed esempi e metodi.

1. Scopo e campo di applicazione

Valutazione-del-Rischio-Guida-esempi-e-metodi-UNI-EN-ISO-14121-2Lo scopo della norma UNI EN ISO 14121 – 2 è quello di identificare una metodologia per identificare i pericoli , stimare i rischi e ridurli.

Sono riportate al suo interno diverse misure che l’utilizzatore può applicare e a scelta della metodologia da applicare dipende sostanzialmente dal settore, dall’azienda oppure anche da preferenze personali.

La presenza di diversi metodi per raggiungere il risultato non rappresenta un problema per l’utilizzo in quanto il concetto che deve essere appreso e consolidato è la metodologia e l’approccio al problema della valutazione del rischio.

Si parte sempre dalla progettazione in quanto gran parte del lavoro avviene durante ideazione e la progettazione e sviluppo della macchine dell’impianto e del prodotto. Tale metodologia deve essere appresa anche dai progettisti perché consente loro nella fase di ideazione e concettualizzazione di porsi quelle domande e di seguire quel percorso logico che porta alla sviluppo di macchine e prodotti sicuri.

La fase successiva è quella della verifica e affinamento delle condizioni di sicurezza in cui un team di persone analizza la macchina e impianto nelle sue fasi di avviamento, utilizzo, manutenzione e smantellamento. Questo ha lo scopo di trovare e identificare la possibili modalità di utilizzo ragionevole ragionevolmente prevedibile.

2. Preparazione alla applicazione della norma UNI EN ISO 14121 -2

Un concetto molto importante da apprendere è quello che la valutazione del rischio di una macchina di un impianto o di un prodotto comprende tutte le sua fasi di vita dalla ideazione allo smantellamento.

Una valutazione del rischio va effettuata in gruppo, questo perché attraverso al discussione e il confronto si possono analizzare e approfondire gli usi previsti e soprattutto gli usi ragionevolmente prevedibili.

Il gruppo di lavoro deve essere eterogeneo ed avere  competenze e specializzazioni differenti a seconda di:

  • livello di approfondimento della valutazione del rischio
  • la complessità della macchina
  • il luogo in cui è installata la macchine e il processo di lavoro.

Un responsabile del gruppo di lavoro è importante per il successo della valutazione del rischio e per tenere il controllo del processo valutativo inquinato un gruppo più o meno numeroso può avere idee discordanti e talvolta non si giunge a conclusioni. Ha inoltre la responsabilità su tutte le attività di:

  • pianificazione
  • esecuzione
  • documentazione della valutazione del rischio

In generale la squadra addetta alla valutazione dei rischi dovrebbe comprendere le seguenti figure con le seguenti caratteristiche:

  • conoscano la norma UNI EN 12100 – 2010, delle norma tecniche e dei regolamenti inerenti al macchinario o al prodotto;
  • comprendano i fattori umani che portano all’utilizzo della macchina
  • conoscano la progettazione del macchinario e le sue funzioni
  • abbino esperienza nelle sue modalità di utilizzo , regolazione, manutenzione.

Riassumendo quindi in parole semplice una buona analisi del rischio è effettuata da diverse figure professionali quali ad esempio, il progettista, un responsabile della qualità , un operatore , un manutentore meccanico o elettrico a seconda della macchine. E’ difficile stabilire l’esatta composizione del gruppo perché a seconda della complessità della macchina o impianto potrebbero verificarsi la necessità di persone con competenze ed esperienze differenti.

3 . Il processo di valutazione del rischio

Il processo di valutazione del rischio si articola in due fasi:

  1. determinazione di limiti del macchinario
  2. identificazione dei pericoli

3.1 Determinazione dei limiti del macchinario

L’obiettivo di questa fase è quello di dare una descrizione dettagliata del macchinario delle sue caratteristiche meccaniche , del suo uso corretto e del suo uso ragionevolmente prevedibile.

La determinazione dei limiti più essere effettuata attraverso l’esame:

  • delle funzioni del macchinario: ossia in base alla macchina
  • degli utilizzi del macchinario: ossia in base alle attività che si svolgono sulla macchina

4 . Gli strumenti per la valutazione le rischio

A disposizione per la valutazione del rischio vi sono degli strumenti che ne facilitano la stima. Sostanzialmente sono tre:

  1. matrice del rischio
  2. grafico del rischio
  3. punteggio numerico

Assieme ai re strumenti sopra riportati esistono inoltre altri strumenti detti “ibridi” che utilizzano una combinazione di metodi.

Un metodo non è meno importante dell’altro e non esiste un metodo per la scelta del metodo da utilizzare. La scelta è legata al tipo settore in cui viene effettuata la valutazione del rischio, al tipo di azienda oppure da motivi personali ossia il gruppo si trova meglio ad applicare una metodologia rispetto da un’altra.

Tutti tali strumenti hanno un carattere comune, ossia considerano almeno due parametri identificativi degli elementi del rischio stesso e sono:

  • Gravità del danno
  • probabilità che il danno si verifichi

La stima del rischio è quindi una combinazione di questi due parametri.

Alcuni strumenti o parametri suddividono questi due paramenti in ulteriori elementi come ad esempio l’esposizione , la probabilità di accadimento oppure la possibilità di evitare o limitare il danno. Ulteriori dettagli in riferimento a questi elementi sono definito nella norma UNI EN 12100 ed 2010 

Esempio di applicazione del processo di valutazione e riduzione del rischio

Nell’appendice A , è riportato un esempio il quale ha lo scopo di illustrare in maniera non esaustiva il processo di applicazione della valutazione del rischio e la riduzione di questo

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Macchine torte crostate – Requisiti sicurezza igene – UNI EN 13390

22 Dicembre 2016 by Ing. Rigon Leave a Comment

La Norma UNI EN 13390 è una norma di tipo C per Macchine torte crostate – Requisiti sicurezza igene . In essa sono indicati i requisiti essenziali di sicurezza per tali macchine e i requisiti di progettazione per garantirne l’igiene.

Come indicato nella norma UNI EN 12100:2010 le norme di tipo C sono norma specifiche di prodotto e le disposizioni contenuta in essa assumono priorità rispetto alle disposizioni di altre norme.

La norma UNI EN 13390 tratta i requisiti tecnici di sicurezza, trasporto, installazione, funzionamento, pulizia e la manutenzione delle macchine per torte e crostate. Ecco alcuni esempi delle macchine trattate in questa norma.

macchine torte crostate - requisiti sicurezza igene

1. Scopo e campo di applicazione – UNI EN 13390

esempio-linea -automatica-torte-crostateLa norma specifica per macchine utilizzate per la produzione di torte, crostate, pasticceria e altri prodotti simili. A fianco si riporta un esempio di queste macchine.

E’ bene specificare che all’interno di tale norma ricadono anche quelle macchine la cui base del prodotto è ottenuta mediante l a chiusura di uno più stampi, come ad esempio la base e la griglia superiore di una crostata.

Le macchine manuali sono escluse da tale norma , mentre le macchine automatiche sono comprese. Con tale affermazione si intende che tutte quelle macchine in cui gli azionamenti sono automatizzati , ad esempio linee di produzione

E’ importante inoltre sottolineare come la presente norma non si applichi alle macchine realizzare prima della data di pubblicazione della norma. Tale dicitura è espressamente scritta nel testo della norma.

2. Quali sono i contenuti della norma UNI EN 13390 Macchine torte crostate – Requisiti sicurezza igiene

Dopo una parte introduttiva  indicante gli scopi  e i campi di applicazione , i riferimenti normativi e l’elenco dei termini e definizioni la norma UNI EN 13390 tratta i seguenti argomenti:

  1. Elenco dei pericoli significativi
  2. Requisiti e/o misure di sicurezza e igiene
  3. Verifica dei requisiti e/o misure di sicurezza
  4. Informazioni per l’uso
  5. principi di progettazione per garantire la pulibilità delle macchine per torte
  6. procedure per prove di rumorosità

2.1 Elenco dei pericoli significativi

I pericoli significativi  e gli eventi pericolosi per le macchine in oggetto sono identificati dalla norma e tutti quelli riportati necessitano di azioni per eliminarli o per ridurli.

Sostanzialmente i pericolo significativo sono di tipi:

  • Pericoli di natura meccanica;
  • Pericoli di natura elettrica;
  • Pericoli di natura termica;
  • Pericoli generati da una scorretta progettazione dell’igiene;
  • Pericoli dovuti a una scorretta progettazione ergonomica;
  • Pericoli generati dal rumore.

Nella norma sono riportate delle figure esemplificative delle tipologia di macchine in oggetto al campo di applicazione e per ciascuna figura sono riportate delle zone di pericolo.

2.2 Requisiti e misure di sicurezza e igene

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2.3 Informazioni per uso

Le informazioni per uso sono un parte importante della macchina che la accompagnano durante tutta la sua vita, intesa dal primo avviamento fino al suo smantellamento.

La norma UNI EN 12100 stabilisce nel punto 6.5 quali sono i requisiti essenziali che un manuale di istruzioni deve riportare.

Per tale tipologia di macchine

 

3. Appendici della norma UNI EN 13390

Le appendici rappresentano una parte molto importante del documento in quanto danno dei principi di progettazione per garantire la punibilità delle superfici e riportano un sunto sulle modalità di prova del rumore emesso dalle macchie in oggetto.

3.1 Principi di progettazione per garantire la pulibilità delle macchine torte crostate

I principi di progettazione per igiene devono attenersi al concetto di “facilmente pulibile” ossia progettato e realizzato in modo che sia facile consentire la rimozione della sporcizia per esempio a mano o con una spugna.

Tale concetto  risulta arbitrario di facile contestazione per tanto nell’appendice in considerazione sono riportate le caratteristiche dei materiali utilizzati intesi come valori di rugosità limite.

Un largo spazio è dato poi alla fase di progettazione perché è solamente in questa fase che si riesce ad assolvere ai principi di igiene. Vengono in successione trattati e illustrati le tipologie di collegamenti, i raggi di curvatura delle lamiere piegate , le tipologie di collegamenti bullonati.

Vengono indicate le aperture per la ventilazione, la modalità di utilizzo e assemblaggio delle cerniere e il pannello di comandi distanze fra i comandi e metodi di protezione.

3.2 Procedure per prove di rumorosità

Lo scopo della prova di rumorosità è quello di determinare il livello di pressione sonora emessa (ponderato A). Il tutto deve essere effettuato secondo quanto specificato dalla norma EN ISO  11201.

Le condizioni di funzionamento devono essere due e precisamente:

  • macchina vuota;
  • macchina funzionante alla massima velocità.

La misurazione deve essere effettuata nel posto di lavoro e comando adibito all’operatore. I microfono devono essere posizionati a 1,6 metri di altezza da terra e a 1,00 metro fronte telaio della macchina.

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Requisiti sicurezza per progettazione costruzione ripari fissi e mobili – UNI EN 953

22 Dicembre 2016 by Ing. Rigon Leave a Comment

La norma UNI EN 953 costituisce il recepimento , in lingua italiana, della norma europea EN 953:1977+A1. Elaborata dalla commissione sicurezza riporta , come descritto nel titolo, i requisiti generali per la progettazione e la costruzione di ripari fissi e mobili. La norma è una norma di tipo B

 

Nel suo complesso è costituita da 9 capitoli e 4 appendici rispettivamente trattanti i seguenti argomenti:

  1. Definizioni dei termini utilizzati
  2. Valutazione del rischio
  3. Metodi per la progettazione e costruzione dei ripari
  4. Metodi per la scelta dei ripari
  5. Verifica dei requisiti di sicurezza dei ripari
  6. Istruzioni per l’uso
  7. APPENDICI: linee guida e esempi applicativi

1. Scopo e campo di applicazione

sono esplicitamente esclusi dal campo di applicazione della norma le strutture di protezione dal ribaltamento (ROPS) e le strutture di protezione dalla caduta di oggetti (FOPS) e soprattutto sono esclusi quelle parti di ripari che azionano dispositivi di interblocco (per tali parti esiste una norma specifica la EN 1088).

2. Le definizioni e termini utilizzati nella norma UNI EN 953

uni-en-953

Riparo: è uno sbarramento con lo scopo di fornire una protezione da un pericolo. Tale Sbarramento è progettato come parte integrante della macchina.

Riparo fisso: 

Riparo a segregazione totale

3.

Ma quande lingues coalesce, li grammatica del resultant lingue es plu simplic e regulari quam ti del coalescent lingues. Li nov lingua franca va esser plu simplic e regulari quam li existent Europan lingues. It va esser tam simplic quam Occidental in fact, it va esser Occidental. A un Angleso it va semblar un simplificat Angles, quam un skeptic Cambridge amico dit me que Occidental es. Li Europan lingues es membres del sam familie.

Lor separat existentie es un myth. Por scientie, musica, sport etc, litot Europa usa li sam vocabular. Li lingues differe solmen in li grammatica, li pronunciation e li plu commun vocabules. Omnicos directe al desirabilite de un nov lingua franca: On refusa continuar payar custosi traductores. At solmen va esser necessi far uniform grammatica, pronunciation e plu sommun paroles. Ma quande lingues coalesce, li grammatica del resultant lingue es plu simplic e regulari quam ti del coalescent lingues. Li nov lingua franca va esser plu simplic e regulari quam li existent Europan lingues. It va esser tam simplic quam Occidental in fact, it va esser Occidental. A un Angleso it va semblar un simplificat Angles, quam un skeptic Cambridge amico dit me que Occidental es. Li

4.

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5. Considerazioni finali

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Distanze dalle zone pericolose delle macchine | UNI EN ISO 13857 descrive come impedirne il raggiungimento

22 Dicembre 2016 by Ing. Rigon Leave a Comment

Distanze dalle zone pericolose delle macchine sono descritte e riportate in forma tabellare nella norma UNI EN ISO 13857.

Il testo della norma è stato elaborato dal comitato tecnico ISO/TC 199 “sicurezza dei macchinario” in collaborazione con il comitato tecnico CEN/TC 114 ” sicurezza del macchinario”.

La norma in questione sostituisce le seguenti due normative: EN 294:1992 e la EN 811:1996. Per quanto riguarda il rapporto con le direttive europee, in riferimento ai requisiti essenziali di sicurezza di cui tale norma può dare la presunzione di conformità, sono presenti due appendici informative  le quali rapporti la norma con il requisiti essenziali di sicurezza.

Come definito dalla norma EN ISO 121001 la norma UNI EN ISO 13857  “distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori e inferiori” è una norma di tipo B.

Sostanzialmente rappresenta un metodo per eliminare e ridurre i rischi causati dal macchinario attraverso l’utilizzo di distanza di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori e inferiori.

Scopo e campo di applicazione

Poiché la specificazione e l’individuazione delle distanze di sicurezza richiede lo studio di fattori biomeccanici, .lunghezza media degli arti limiti di rotazione delle articolazioni capacità di trazione di parti del corpo. La norma si riferisce a persone a partire dai 14 anni di età e ad una statura di 1,4 m (rappresentante la statura di un quattordicenne  al 5° percentile secondo alcuni di crescita).

Quando deve essere considerato l’accesso attraverso aperture solamente per gli arti superiori la norma è studiata considerando bambini di altezza 90 cm (rappresentante la statura di un bambino di tre anni al 5° percentile).

Distanze dalle zone pericolose delle macchine (UNI EN ISO 13857)

Per struttura di protezione si intende un qualsiasi dispositivo ostacolate dei limiti il movimento delle parti del corpo umane allo scopo di evitare che le stesse raggiungano delle zone pericolose.

Per distanza di sicurezza si intende, invece, la minima distanza richiesta tra una struttura di protezione e la donna pericolosa della macchina.

In una un’analisi del rischio , effettuato secondo la norma UNI EN 12100, e successivamente nell’individuazione della struttura di protezione idonea per ridurre tale rischio è necessario quindi calcolare o definire la distanza di sicurezza a volte definita anche con il termine di stanza di separazione sicura.

Prima di determinare  la distanza di sicurezza è necessario individuare quali sono i valori di rischio.

Per valori di rischio alto o basso si avranno  diverse tipologie di tabelle  indicanti le varie distanze di sicurezza in relazione alla probabilità che si verifichi una lesione e alla gravità prevedibile della lesione.

La valutazione del rischio condotta sulla macchina o su impianto deve considerare tutti gli accessi alle zone pericolose.

Distanze di sicurezza per impedire l’accesso con gli arti superiori

Distanze_dalle_zone_pericolose_delle_macchine

Prima di procedere con degli esempi è necessario dare una definizione ai seguenti termini:

  • Zona pericolosa: rappresenta la zona di una macchina o di un impianto in cui vi è la presenza di un pericolo o la possibilità che in tale zona si manifesti un pericolo.
  • Piano di riferimento: rappresenta il piano considerato per il calcolo o il posizionamento dell’altezza della zona pericolosa.
  • Altezza della zona pericolosa: rappresenta la distanza dal piano di riferimento alla zona pericolosa (h).

Nella figura a fianco viene esemplificato graficamente cosa si intende  per zona pericolosa, piano di riferimento e altezza della zona pericolosa nel caso in cui l’operatore possa accedere verso l’alto (Accesso verso Alto).

 

 

 

 

 

 

 

Contenuti gratis

Per aiutarti a comprendere e a studiare come determinare come stabilire le distanze dalle zone pericolose di una macchina di seguito sono allegati due file scaricabili gratuitamente inserendo le tua migliore e-mail qui sotto. La tua e-mail sarà sicura al 100% e non verrà spammata in altri siti.  Lo scopo è quello di temnerti aggiornato nell’ambito della normativa tecnica e delle direttive comunitarie inerenti le macchine e impianti.

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Requisiti di sicurezza elettrica per installazione in locazioni speciali – Piscine e fontane – IEC 60364-7-702

22 Dicembre 2016 by Ing. Rigon Leave a Comment

La norma IEC 60364-7-702 descrive quali devono essere i requisiti di sicurezza elettrica per le installazioni in locazioni speciali come possono essere le piscine o le fontane.

fornire dei requisiti di sicurezza elettrici a tutte le installazioni effettuate nelle:

  • ppiscine sia per adulti che per bambini e le zone circostanti ad esse;
  • aree costiere aree circostanti a 2 miliardi in cui le persone hanno la possibilità di nuotare entrare all’interno dell’acqua, tali zone sono considerate come delle piscine;
  • bacini di fontane e le loro zone circostanti.

Le piscine adibite ad uso riabilitativo e medico hanno la necessità di avere requisiti di sicurezza maggiori rispetto a quelli descritti all’interno di questa norma.

Questa norma non copre i requisiti di sicurezza per quelle macchine dotate di mobilità che possono essere utilizzate all’interno delle piscine o nelle zone adiacenti ad essa, come ad esempio macchine per la pulizia dei pavimenti.

Termini e definizioni della norma IEC 60364-7-702

Piscina: bacino d’acqua progettato allo scopo di portarci all’interno o fare immersioni e non per lo scopo della pulizia personale del corpo;

Fontana: un progetto, tipicamente ad uso e scopo decorativo, dove l’acqua esce da una sorgente e riempie un bacino di una qualsiasi forma:

Bacino della fontana: parte della fontana che contiene le acque di scarico di questa

Piscina per bambini: bacino di raccolta dell’acqua con un basso livello d’acqua, ad esempio adibito al gioco oppure una camminata.

Classificazione delle zone

I requisiti di sicurezza che devono essere rispettati nelle installazioni elettriche in luoghi particolari come piscine e fondare  sono  differenti.

Vengono identificate tre zone rispettivamente denominate: zona 0, zona 1 e zona 2.

La “zona 0” include tutto il bacino di raccolta dell’acqua comprese le pareti compresi eventuali bacini di raccolta per la pulizia dei piedi.

La “zona 1” 

La “zona 2”

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Apparecchi audio, video e elettronici similari – CEI EN 60065 – Requisiti di sicurezza

22 Dicembre 2016 by Ing. Rigon Leave a Comment

La norma CEI EN 60065 descrive i requisiti di sicurezza per apparecchi audio, video e elettronici similari.

si tratta di una norma internazionale e come detto sopra si applica agli apparecchi elettronici progettati per essere alimentati dalla rete di alimentazione o da un alimentatore o da batterie o da altre alimentazione remote. Tali apparecchi sono destinati alla ricezione generazione registrazione riproduzione dei segnali audio e video.

 

Titolo 2

 

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Esempi di apparecchi che rientrano nella norma CEI EN 60065

Alcuni esempi di apparecchi che rientrano nel campo di applicazione della norma CEI EN 60065 – “Apparecchi audio, video ed apparecchi elettronici similari – Requisiti di sicurezza” , sono:

  • apparecchi ricevitori  e amplificatori di segnali audio e/ video:
  • aalimentatori destinati ad alimentare altri apparecchi inclusi nel campo di applicazione della della norma CEI EN 60065;
  • strumenti musicali elettronici e accessori elettronici come generatore di toni, sintonizzatore musicali apparecchi similari;
  • videoproiettori;
  • videocamere e monitor;
  • videogiochi e flipper;
  • giochi elettronici e macchine segnapunti;
  • apparecchi multimediali;
  • apparecchi impiegati sistemi d’allarme;

Quali sono i rischi potenziali per gli apparecchi audio, video  ed elettronici similari?

scopo della norma CEI EN 60065 è quello di realizzare prodotti e progettare prodotti ed apparecchi sicuri per le persone e per l’ambiente circostante all’apparecchio. Le indicazioni scritte della norma rappresentano il minimo necessario per stabilire un livello di sicurezza soddisfacente, nulla toglie che il costruttore il progettista o chi realizza apparecchi di questo tipo può adoperare misure e sistemi di sicurezza differenti che portino però allo stesso risultato ossia  garantire la sicurezza da determinati rischi potenziali.

I principali rischi potenziali rapati nella norma e relativi agli apparecchi audio, video ed elettronici similari sono i seguenti:

  1. scosse elettriche;
  2. temperature eccessive;
  3. radiazioni;
  4. implosione;
  5. rischi meccanici;
  6. incendio;
  7. ustioni chimiche (  per esempio conseguenti ad aver ingerito delle pile al litio a bottone/ moneta o stilo).

 

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Equipaggiamento elettrico delle macchine CEI EN 60204-1 | Regole generali

22 Dicembre 2016 by Ing. Rigon Leave a Comment

Gregorio Samsa, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo.

Titolo 2

Riposava sulla schiena, dura come una corazza, e sollevando un poco il capo vedeva il suo ventre arcuato, bruno e diviso in tanti segmenti ricurvi, in cima a cui la coperta da letto, vicina a scivolar giù tutta, si manteneva a fatica.

Le gambe, numerose e sottili da far pietà, rispetto alla sua corporatura normale, tremolavano senza tregua in un confuso luccichio dinanzi ai suoi occhi. Cosa m’è avvenuto? pensò. Non era un sogno.

La sua camera, una stanzetta di giuste proporzioni, soltanto un po’ piccola, se ne stava tranquilla fra le quattro ben note pareti.

Titolo 2

Sulla tavola, un campionario disfatto di tessuti – Samsa era commesso viaggiatore e sopra, appeso alla parete, un ritratto, ritagliato da lui – non era molto – da una rivista illustrata e messo dentro una bella cornice dorata: raffigurava una donna seduta, ma ben dritta sul busto, con un berretto e un boa di pelliccia; essa levava incontro a chi guardava un pesante manicotto, in cui scompariva tutto l’avambraccio. Lo sguardo di Gregorio si rivolse allora verso la finestra, e il cielo fosco (si sentivano

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